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Ferrovie, il ritardo italiano sul traffico delle merci

2009-01-23

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2009-01-22

Ferrovie, il ritardo italiano sul traffico delle merci

di Luca Salvioli

22 gennaio 2009

Uno scalo ferroviario per il trasporto delle merci (Fotogramma/Conese)

I colli di bottiglia in Europa

La domanda scende, con una conseguente frenata della produzione industriale. Risultato: anche il traffico di merci si contrae. Secondo Ferrovie dello Stato il calo italiano nel 2009 sarà del 10%. Le stime per i prossimi anni sono però di tutt'altro segno: da qui al 2015 la crescita media annuale sarà del 7%. Quali delle arterie ferroviarie che avvolgono il Vecchio Continente si troveranno in difficoltà per distribuire i container nei prossimi cinque anni? Secondo una ricerca condotta da Booz & Company e pubblicata in esclusiva dal Sole24ore.com, la tratta Rotterdam-Milano è la prima (25%), seguita da Malmo/Copenhagen-Verona (20%). Subito dopo vengono Colonia-Barcellona e Amburgo-Budapest (17%), seguite da Anversa-Milano (15%). Dai risultati dell'indagine, condotta online in collaborazione con i siti di tre magazine leader nel mondo dei trasporti ("Deutsche verkehrszeitung", "International freighting weekly" e "La vie du rail"), e quindi dedicata agli operatori del settore, emerge dunque come l'Italia ne uscirà svantaggiata.

"Anche se il 75% degli intervistati ha espresso soddisfazione nei confronti del trasporto ferroviario delle merci in Europa - spiega Alberto De Monte, direttore del settore auto & trasporti di Booz & Company - C'è preoccupazione per i corridoi che collegano i porti del Nord con quelli del Sud del continente".

Il problema è infrastrutturale. Riguarda l'Italia come terminale di alcune delle principali tratte europee. Il nostro Paese, per la sua posizione geografica, è la porta del Mediterraneo e ha la difficoltà di essere "chiuso" a Nord dalle Alpi. Va detto che le tratte indicate come problematiche per i prossimi anni prima di entrare nel territorio nazionale attraversano mezza Europa. "Vero, le reti saturate sono omogeneamente distribuite in tutta Europa, solo che noi abbiamo il problema specifico dei valichi e del completamento dell'alta velocità - spiega Davide Di Domenico, responsabile progetti settore auto & trasporti di Booz & Company - Per "pesare" meglio la portata del problema italiano abbiamo esteso all'Italia la ricerca che faremo nel 2009".

C'è un punto che appare già evidente. In Italia, secondo Eurostat, solo il 2,5% del traffico merci attualmente avviene tramite ferrovia. Percentuale bassissima, che lascia ampio spazio al trasporto su gomma e alle relative emissioni di CO2. La media europea è del 9%, mentre il trasporto stradale è al 46% . La Commissione europea, già nel 2005, si è posta l'obiettivo di creare un network europeo per far crescere del 2% il traffico ferroviario, riducendo del 4% le emissioni di CO2 (correlate al traffico merci e passegeri). Dei 30 progetti prioritari, il primo ed il sesto interessano l' Italia (Corridoio 1 e 5) a cui si aggiungono le Autostrade del mare che nel Mediterraneo collegano l'Italia con gli altri stati Europei. Le principali tratte italiane e le relative date di realizzazione previste sono: Bussoleno-Torino (2011); Torino-Venezia (2011); Venezia-Divaca (Slovenia) (2012); valico Brennero (2015); tunnel Mont Cenis (2017).

"Il traffico su rotaia, oltre a essere positivo per l'ambiente, è anche più economico - continua De Monte - sopra i 400 chilometri le ferrovie sono vantaggiose rispetto alla gomma". Per quanto riguarda l'Italia, la diminuzione del traffico su strada può avvenire tramite lo sviluppo delle autostrade del mare, il potenziamento della rete ferroviaria, soprattutto l'alta velocità, lo sviluppo della rete degli interporti, e quindi l'intermodalità, che consente il passaggio tra gomma e rotaia. Oggi ci sono 18 interporti operativi ed 11 in fase di realizzazione. Il traffico intermodale (strada-ferro-strada) ammonta a solo il 3,5% del traffico complessivo.

 

 

 

 

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2009-01-20

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